11/24/2024

1960: un Beatles espulso dalla Germania perchè minorenne

E' un fatto poco noto ma è successo veramente nel 1960 e coinvolse George Harrison. 

Tratto da The Beatles Bible 

Il 20 novembre 1960 le autorità di polizia tedesche scoprirono che George Harrison, chitarrista dei Beatles, era minorenne (era nato nel 1943  e aveva solo 17 anni) e lo deportarono da Amburgo. Harrison trascorse tutta la notte prima della partenza insegnando a John Lennon le sue parti di chitarra, affinché i Beatles potessero continuare a suonare senza di lui. Il giorno seguente, lasciò la Germania.

"Dovetti tornare a casa proprio in un momento critico, perché ci era stato appena offerto un lavoro in un altro club, il Top Ten, che era molto più alla moda. - disse Harrison - Durante la nostra pausa dal Kaiserkeller, andavamo lì a vedere Sheridan o chiunque stesse suonando. Il manager ci aveva strappato a Bruno Koschmider e avevamo già suonato un paio di volte lì. C'era una bellissima atmosfera in quel club. Aveva un ottimo sistema audio, sembrava molto meglio e pagavano un po' di più.

In quegli anni la formazioe dei Beatles era formata da Lennon, Mc Cartney, Harrison, Sutcliff e Best 

Eravamo pronti a lasciare il Kaiserkeller per andare al Top Ten, davvero entusiasti di andarci – e proprio in quel momento vennero a cacciarmi dalla città. Così io stavo tornando a casa e loro stavano andando in questo fantastico club.

Astrid, e probabilmente Stuart, mi accompagnarono alla stazione di Amburgo. Fu un lungo viaggio avventuroso da solo in treno fino a Hook of  Holland. Da lì presi il traghetto diurno. Sembrava ci volesse un'eternità e non avevo molti soldi – pregavo di averne abbastanza. Dovevo arrivare da Harwich alla Liverpool Street Station e poi prendere un taxi fino a Euston. Da lì presi un treno per Liverpool. Ricordo ancora: avevo un amplificatore che avevo comprato ad Amburgo e una valigia scadente, cose in scatole, sacchetti di carta con i miei vestiti e una chitarra. Avevo troppe cose da portare e stavo nel corridoio del treno con i miei effetti personali intorno a me, e molti soldati sul treno, che bevevano. Finalmente arrivai a Liverpool e presi un taxi per casa – ce la feci a malapena. Tornai a casa senza un soldo. Mi ci volle tutto quello che avevo per tornare indietro."

Harrison tornò in Inghilterra da solo, spendendo tutti i suoi soldi rimasti in biglietti del treno, mance e taxi. Il viaggio durò 24 ore. I Beatles rimasero ad Amburgo per qualche altra esibizione fino a quando anche loro furono espulsi e rimandati in Inghilterra con l'accusa di aver appiccato un incendio.


George Harrison al Bambi Kino di Amburgo nel 1960 
@The Beatles Bible




11/17/2024

USA: aggiungi un posto a tavola..e nasce il movimento studentesco

E' il primo giorno di febbraio del 1960. Uno degli episodi che segna la nascita del movimento studentesco negli Stati Uniti è il rifiuto di un pasto in una tavola calda a Greensboro del Nord Carolina allo studente afroamericano Joseph Alfred McNeill iscritto alla North Carolina A&T State University con una borsa di studio, e ai suoi tre amici. E questo a causa del colore della sua pelle! I giovani tornano la sera dopo e quella dopo ancora... ma la notizia si diffuse rapidamente, ispirando altri studenti a protestare in modo pacifico contro la segregazione razziale. In pochi mesi, sit-in e manifestazioni si moltiplicarono in oltre 50 città del Sud. Alla fine dell'estate la tavola calda seguita da altre Diner dello Stato decidono di abolire la distinzione tra i tavoli per bianchi e i tavoli per i neri.




11/10/2024

Il Compasso d'Oro 1960 va a una sedie per le scuole

Quando il design rivoluzionò l'arredo scolastico. 

Nel 1960, il prestigioso Compasso d'Oro venne assegnato a una sedia che avrebbe rivoluzionato le aule scolastiche italiane. La collaborazione tra Luigi Caccia Dominioni e i fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni produsse una sedia che rappresentò un ripensamento radicale dell'arredo scolastico, dimostrando come il design di qualità potesse e dovesse entrare anche negli spazi educativi.

Nell'edizione 1960 si confrontarono 800 prodotti realizzati da 200 tra industriali e artigiani. La sedia, prodotta da Palini di Pisogne (BS), nacque da un'attenta analisi delle esigenze specifiche dell'ambiente scolastico. La scelta dell'azienda bresciana non fu casuale: la sua expertise nella lavorazione del metallo era fondamentale per realizzare un prodotto che doveva rispondere a requisiti molto precisi di robustezza, durabilità e producibilità industriale su larga scala.

L'innovazione del progetto risiedeva nella sua capacità di coniugare funzionalità, resistenza e economicità. La struttura in metallo cromato, apparentemente semplice, era il risultato di un attento studio ergonomico che teneva conto della postura degli studenti durante le ore di lezione. Il design rispondeva alle esigenze pratiche della scuola: le sedie chiamate T.12 dovevano essere facili da spostare, impilabili per la pulizia delle aule, e sufficientemente robuste da resistere all'uso quotidiano intensivo.

L'assegnazione del Compasso d'Oro rappresentò un importante riconoscimento dell'eccellenza di un progetto che metteva il design al servizio della società. Non si trattava di un oggetto luxury o di un pezzo d'arredo esclusivo, ma di un prodotto pensato per migliorare concretamente la qualità degli spazi educativi pubblici. Il premio certificò l'importanza del ruolo sociale del design italiano. La giuria era composta da architetti e designer come Magistretti, Belgioioso, Zanuso e Magnaghi.

La collaborazione tra Caccia Dominioni e i Castiglioni dimostrò come progettisti di grande esperienza potessero applicare i loro principi progettuali a un oggetto destinato all'uso quotidiano nelle scuole. Il risultato fu un perfetto equilibrio tra industrializzazione e qualità progettuale, tra contenimento dei costi e dignità formale.

La sedia rappresentò anche un importante caso studio di produzione industriale. Palini di Pisogne riuscì a sviluppare un processo produttivo che permetteva di realizzare un prodotto di qualità mantenendo costi compatibili con le possibilità della scuola pubblica. La razionalizzazione del processo produttivo non comprometteva la qualità del prodotto finale, dimostrando come l'industria italiana fosse in grado di rispondere alle sfide della modernizzazione del paese.

Il Compasso d'Oro del 1960 assegnato a questa sedia segnò un momento importante nella storia del design italiano: riconobbe che il buon design non doveva essere limitato agli oggetti di lusso o agli ambienti domestici privilegiati, ma poteva e doveva entrare negli spazi pubblici, nelle scuole, nei luoghi della formazione. La sedia divenne simbolo di un approccio democratico al design, dove la qualità progettuale si metteva al servizio della collettività.

Oggi, questa sedia rimane una testimonianza importante di come il design italiano del dopoguerra abbia saputo interpretare e rispondere alle esigenze concrete della società in trasformazione. Il suo valore non risiede solo nelle qualità estetiche o tecniche, ma soprattutto nella visione di un design al servizio del bene comune, capace di migliorare la qualità degli spazi e delle esperienze quotidiane nelle istituzioni pubbliche.





11/03/2024

Cassius Clay: la Stella nascente che conquistò Roma 1960

Nell'estate del 1960, le Olimpiadi di Roma videro l'ascesa di una stella destinata a rivoluzionare il mondo della boxe: il diciottenne Cassius Clay. Il giovane pugile di Louisville, Kentucky, si presentò ai Giochi con un bagaglio di sogni e una determinazione che avrebbe lasciato il segno nella storia dello sport.

Come arrivò alla medaglia d'Oro

Clay arrivò a Roma come una promessa del pugilato americano, ma ancora sconosciuto sulla scena internazionale. Il suo stile di combattimento, inusuale per l'epoca, combinava una velocità straordinaria con una tecnica raffinata, caratteristiche che lo distinguevano nettamente dai suoi avversari nella categoria dei pesi mediomassimi (81 kg).

Il percorso verso l'oro olimpico iniziò con una vittoria convincente contro il belga Yvon Becaus. Clay mostrò subito le sue qualità peculiari: rapidità di gambe, riflessi fulminei e quella danza sul ring che sarebbe diventata il suo marchio di fabbrica. Nei quarti di finale, superò il sovietico Gennadiy Shatkov, campione olimpico in carica, in un incontro che mise in mostra la sua straordinaria capacità di schivare i colpi dell'avversario.

La semifinale contro l'australiano Tony Madigan fu probabilmente il match più impegnativo del torneo. Clay dovette attingere a tutte le sue risorse tecniche e atletiche per prevalere ai punti, in un incontro equilibrato che mise alla prova la sua resistenza e determinazione.

La finale

La finale olimpica lo vide opposto al polacco Zbigniew Pietrzykowski, pugile esperto e tre volte campione europeo. L'incontro, combattuto il 5 settembre 1960, rappresentò il momento di consacrazione del giovane americano. Nonostante un primo round difficile, Clay seppe adattare la sua strategia, utilizzando il suo jab velocissimo e i suoi movimenti imprevedibili per confondere l'avversario. La vittoria ai punti gli consegnò la medaglia d'oro e segnò l'inizio di una leggenda.

L'esperienza romana fu fondamentale per Clay non solo sul piano sportivo. Il giovane pugile si innamorò dell'atmosfera internazionale dei Giochi, della possibilità di incontrare atleti da tutto il mondo e dell'attenzione mediatica che ricevette. Si dice che passasse ore nel villaggio olimpico a socializzare con gli altri atleti, dimostrando già quella personalità carismatica che lo avrebbe reso famoso.

Al suo ritorno negli Stati Uniti, Clay iniziò la sua carriera professionistica con una nuova consapevolezza delle proprie capacità. L'oro olimpico gli servì come trampolino di lancio verso una carriera che lo avrebbe visto diventare, con il nome di Muhammad Ali, uno dei più grandi pugili di tutti i tempi e una delle figure più influenti del XX secolo.

L'oro Olimpico di Roma 1960 rimane un momento cruciale nella storia della boxe: rappresentò l'emergere di un nuovo stile di pugilato, più atletico e tecnico, e segnò l'inizio di un'era che avrebbe cambiato per sempre questo sport. Quella medaglia, che Clay diceva di portare sempre con sé e di non togliere nemmeno per dormire, simboleggiava non solo un trionfo sportivo, ma l'inizio di una rivoluzione nel mondo della boxe.

Guardando indietro a quei giorni romani, possiamo vedere come quell'adolescente dal talento straordinario portasse già in sé i semi della grandezza che avrebbe mostrato negli anni a venire. L'oro olimpico di Roma non fu solo una vittoria sportiva, ma il primo capitolo di una storia che avrebbe trasformato il pugilato da semplice sport a vera e propria arte.

Ciccio Ingrassia si sposa con Sara

I più giovani non se lo ricorderanno ma  Ciccio Ingrassia con Franco Franchi diede vita a una delle coppie più comiche del cinema italiano...