domenica 12 dicembre 2021

Playboy manda in pensione i costumini sexy creati nel 1960

È lo stilista fiorentino Roberto Cavalli a cambiare l’abito delle conigliette di Playboy, creato proprio nel 1960.

Qui di seguito un articolo di Alessandra Farkas pubblicato il 5 novembre 2005 sul Corriere della Sera. 



Sarti al lavoro attorno a una coniglietta 
NEW YORK – Le conigliette di Playboy cambiano pelle.
 Per la prima volta dagli anni 60, le splendide ragazze mozzafiato dell’impero multimediale creato nel 1953 da Hugh Hefner indosseranno una nuova divisa, molto più sexy, provocante e con echi dichiaratamente Sado-Maso. «La nuova coniglietta assomiglia più a Donatella Versace che alla Barbie», sentenzia Ruth La Ferla, esperta di moda del New York Times.
L’artefice della minirevolution è lo stilista fiorentino Roberto Cavalli, cui Playboy ha affidato il compito di mandare in pensione la vecchia mise, sensuale ma decisamente demodé. «Quel costume è diventato obsoleto, un po’ come un oggetto da museo», spiega Cavalli, «era necessario reinterpretare il mito in una nuova direzione, quella dei giovani».
Pur rispettando l’inconfondibile trademark delle Playboy Bunnies – lo smoking abbreviato - Cavalli lo ha aggiornato con toni sado-maso. Uno schizzo del celebre stilista tanto amato dagli americani ritrae la nuova coniglietta con gli occhi fortemente truccati, un caschetto di capelli biondi lisci, un sigaretta che le pende ai lati della bocca, collare scintillante e delle pesanti fasciature in pelle ai polsi.

Una felina aggressiva ed irriverente da ciberspazio, insomma, più che la dolce coniglietta dall’aria casalinga di un tempo. 
Il bozzetto del nuovo look 
La nuova coniglietta farà il suo debutto ufficiale con il grande ritorno dei Playboy Club, che riaprono i battenti da una costa all’altra degli States dopo un’assenza di quindici anni. «E’ il segnale della grande ripresa del nostro impero dopo la crisi degli anni 90», spiega Hefner, che in primavera compie 80 anni. 
Anche questo remake rientra nel vasto progetto per svecchiare il brand, catturando il redditizio mercato dei giovani tra i 18 e i 35 anni. Oltre alla rivista, l’impero oggi ha un sito popolarissimo tra gli under-40 - Playboy.com - un reality show molto seguito su E! Network, nonché videogames, film, Dvd e una vastissima gamma di prodotti di moda e per la casa.
«Aggiornare il marchio è una strategia mirata per attrarre non solo i giovanissimi, ma soprattutto le donne», spiega la figlia del fondatore, Christie A. Hefner, presidente e amministratore delegato dell’impero fondato da suo padre i cui prodotti, realizzati su licenza in oltre 100 paesi, sono distribuiti in oltre 2500 negozi negli Usa, con un fatturato annuo di oltre 600 milioni di dollari. «L’ 80% dei nostri utenti oggi sono donne», puntualizza la Hefner.
Playboy non ha alcun rimpianto nel mandare in pensione il costumino datato 1960 - uno smoking trasformato in body, con vitino da vespa, colletto bianco e cravattino a farfalla - indossato da oltre 25.000 Playboy Bunnies, incluse celebrities come Lauren Hutton, Deborah Harry e la femminista Gloria Steinem ed esposto nelle collezioni permanenti del Chicago Historical Society Museum e dello Smithsonian.
La decisione è stata applaudita da molte conigliette, oggi nonne e bisnonne. «Il vecchio, attillatissimo corsetto puntellato di stecche era un oggetto di tortura», spiegano le ex Bunny nel celebre libro di Heyden De Serio «The Bunny Years». «Quando aprivi la cerniera, sotto avevi i lividi e a volte persino il sangue». 

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